È legittima la custodia cautelare in carcere per chi abbia commesso reati nel “dark web

La vicenda giudiziaria sottoposta all’esame della Suprema Corte vedeva come protagonisti due soggetti che, unitamente ad altri non identificati, attraverso l’utilizzo di nickname, si erano associati dando avvio alla gestione di un market online, attivo nel dark web, dove vendevano, tra le altre cose, sostanze stupefacenti, dati finanziari altrui sottratti in modo abusivo, documenti d’identità falsi, prodotti industriali contraffatti, nonché armi ed esplosivi. Considerate la natura e le modalità con cui il reato viene concretamente realizzato, una misura meno afflittiva della custodia cautelare in carcere non sarebbe idonea a scongiurare il pericolo di reiterazione di altre condotte criminose da parte di chi sia indagato per associazione a delinquere per fatti commessi nel “dark web”.

( Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione sentenza n. 10485/2020)

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